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IV Settimana della Lingua Italiana nel Mondo
(18 ottobre 2004)

TAVOLA ROTONDA
Le strade dell'italiano: realtà e prospettive  dell'insegnamento dell'italiano nella Comunitat  Valenciana.

Intervento di Cesáreo Calvo Rigual
(
Professore Associato di Filologia Italiana dell'Universitat de València)



A me è stato assegnato il compito di parlare in questa Tavola rotonda dell'insegnamento dell’italiano nelle università valenzane. Lungi da me l'intenzione di erigermi a rappresentante di queste università, mi limiterò piuttosto a fare un'esposizione della situazione così come la si può desumere dai dati raccolti nell'inchiesta condotta dal gruppo PROF-IT.
Alla presentazione dei dati aggiungerò inoltre qualche riflessione personale.

Come si vede nel grafico, la 'torta' è divisa non per università, ma per le lauree in cui si studia l'italiano.

1) Universitat de València-Estudi General (UVEG).

Parlerò in primo luogo dell'Universitat de València. Non sarebbe necessario giustificarne la precedenza: siamo ospiti di questa università, è la più venerabile di tutte ed è quella che per ora ha il maggior numero di studenti.

L'italiano si studia in due centri: Facoltà di Filologia (diverse lauree in Filologia tra cui anche Filologia italiana) e Facoltà di Economia (Diploma in Turismo).

L'insegnamento dell'italiano nella Facoltà di Filologia (già Facoltà di Lettere e Filosofia) risale alla fine degli anni ‘60 e ha percorso una strada sempre ascendente.

Sarebbe possibile segnalarne alcune tappe:

  • Inizi con soli tre docenti, di cui un lettore (pezza sempre fondamentale), con poche materie assegnate nelle diverse lauree filologiche.
  • Espansione nel numero degli studenti e dei docenti negli anni 80.
  • Attivazione della laurea in Filologia italiana nel 1993 (dal 1994 come laurea solo di secondo ciclo), che è stata molto importante nella formazione di nuove leve di insegnanti di italiano.

Il numero attuale di alunni va diviso in vari gruppi chiaramente distinti e con un peso specifico molto diverso: la maggior parte (circa 2/3) sono alunni di italiano come seconda lingua straniera (materia comune del primo anno di tutte le Filologie); i rimanenti sono studenti di Filologia italiana, anche se pochi sono quelli del secondo ciclo.

Anche se brevemente, bisogna far riferimento alla presenza dell'italiano in alcuni corsi di Dottorato di ricerca, che fanno parte di un Programma congiunto di Filologia francese e di Filologia italiana. Alcuni degli studenti che hanno seguito questo programma hanno prodotto, a conclusione dei loro studi, alcune tesi di italianistica.

La laurea breve o diploma in Turismo è stata introdotta all'Universitat de València nel 1999. L'italiano è studiato come materia facoltativa in tre corsi quadrimestrali (in tutto cinque gruppi) ed essi riscuotono un grande interesse negli studenti, che generalmente ricoprono tutta l'offerta accademica.

2) Universitat d'Alacant (UA).

Da circa 8 anni si insegna l'italiano in questa università, come materia della laurea in Traduzione e Interpretariato. Agli inizi c’era un'unica docente a tempo parziale, a cui si è aggiunta un'altra docente di ruolo a tempo pieno. La crescita nel numero degli studenti è stata costante. L'italiano è studiato come quarta lingua (cioè come terza lingua straniera) accanto ad altre come il russo o l'arabo. Sembra che non abbia potuto trovare posto come terza lingua per motivi burocratici ed anche per certe resistenze interne alle strutture universitarie. Attualmente sono attivati quattro livelli di lingua e una materia specifica di traduzione.

3) Universidad Nacional Española a Distancia (UNED).

Da circa una decina d’anni il Centro Asociado della UNED  di Valencia-Alzira ha un tutor di lingua italiana, cioè un docente a tempo parziale che impartisce un'ora di lezione alla settimana e che tutorizza —anche telematicamente— sia gli alunni iscritti al corso di ingresso (Curso de acceso) sia quelli di alcune lauree (Filologia, Turismo...).

4) Centri linguistici degli atenei valenzani.

Un discorso a parte si deve fare sui centri di insegnamento delle lingue dei due più importanti atenei valenzani: la succitata UVEG e l'Universitat Politècnica de València (UPV).

Il centro appartenente all'UVEG si chiama Centro de idiomas. Dal punto di vista legale si tratta di una fondazione privata il cui unico azionista è la stessa UVEG. In pratica funziona come una scuola privata di lingue: i suoi docenti, ad esempio, non fanno parte dell'organico dell'università. Ha intrapreso la sua attività solo da qualche anno e ha una docente di italiano e una trentina di alunni di primo livello.

Tra i diversi dipartimenti l'UPV si deve annoverare anche un Departamento de Idiomas, che ha uno statuto pienamente universitario (gli insegnanti sono docenti universitari al pari di tutti gli altri). L'italiano è insegnato in modo più o meno continuo da alcuni anni da parte di professori assunti con contratti a termine di tempo parziale. In questo momento c'è solo una docente di italiano, che insegna questa lingua agli studenti di Informatica e di Design (e non come lingua specialistica ma come lingua generale per gli scambi Erasmus).

Non si hanno notizie delle altre università valenzane pubbliche e private. Sembre che all'Università Jaume I de Castelló de la Plana (UJI) si stia avviando una nuova esperienza di insegnamento dell'italiano secondo la modalità dell’auto-apprendimento (nel Centre d'Autoaprenentatge).

CONCLUSIONI

Da quanto si è detto in precedenza, emergono chiaramente due conclusioni:

  • Si constata una crescente introduzione dell'italiano, sia per quanto riguarda il numero delle università sia per quello dello lauree.
  • È da prevedere una certa diminuzione del numero degli studenti a causa soprattutto della denatalità, anche se il fenomeno non è ancora di dimensioni drammatiche (come capita invece nel caso di altre lingue straniere).

CARENZE E PROSPETTIVE DI SVILUPPO

Le principali sarebbero:

  • Incertezza davanti alle nuove lauree nella cornice del nuovo spazio europeo di educazione superiore (EEES nella sigla spagnola) che dovrà essere introdotto nel giro di pochissimi anni.
  • Sostanziale inesistenza dell'insegnamento dell'italiano come lingua speciale o microlingua, che potrebbe e dovrebbe trovare uno spazio soprattutto in alcune aree: giurisprudenza, belle arti, musicologia, storia dell'arte, ecc.
  • Avviamento all'UVEG nell'A.A. 2005-2006 della laurea in Traduzione e Interpretariato, con la presenza dell’italiano probabilmente nel gruppo delle lingue C (cioè seconde lingue straniere).





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