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IV
Settimana della Lingua Italiana nel Mondo
(18 ottobre 2004) TAVOLA ROTONDA Le strade dell'italiano: realtà e prospettive dell'insegnamento dell'italiano nella Comunitat Valenciana. Intervento di Pilar Codonyer (Insegnante di italiano nella E.O.I. Castelló) L’insegnamento dell’italiano presso le E.O.I. della Comunitat Valenciana Vorrei cominciare il mio intervento smitizzando quell’idea diffusa dalla pubblicità, e che tanto fastidio dà a noi insegnanti, secondo la quale l’italiano è “facile e divertente”. Che sia facile decisamente no, che sia divertente a me piace pensare di sì. Infatti, molti degli studenti che si avvicinano per la prima volta allo studio della lingua italiana lo fanno attratti dall’idea che si capisce, che ha un bel suono, ma anche dalla simpatia degli italiani, dalla somiglianza culturale e dal desiderio di conoscere meglio il Bel Paese. Tuttavia, è anche vero che ci sono sempre più studenti che iniziano a studiare l’italiano perché ne hanno bisogno, sia per il lavoro sia per i loro studi. E, dunque, l’italiano sta dimostrando di essere una lingua utile. Per preparare questo intervento ho chiesto la collaborazione dei miei colleghi delle altre E.O.I. della Comunitat Valenciana: è doveroso, quindi, ringraziarli. Ma ho anche voluto ricavare informazioni più precise sui nostri studenti elaborando un sondaggio che ci permette di conoscere il profilo attuale dello studente dell’E.O.I. di Castellón. Così, su un campione di più di 300 studenti osserviamo che il 78% sono donne ed il 22% uomini; il 52% di studenti ha meno di 25 anni, il 35% fra i 26 ed i 40 anni ed il resto ha più di 40 anni, fra cui anche due pensionati. Quanto alle loro attività abbiamo saputo che il 38% è formato da studenti universitari, seguono in percentuale i laureati in genere, fra cui molti insegnanti, e poi i dipendenti dello stato o di ditte private specialmente del settore della ceramica. La prima motivazione che li induce ad iscriversi ai corsi d’italiano è il piacere, con una percentuale del 58%. Invece il 30% risponde che studia l’italiano per lavoro (ceramica ed altro). Bisogna precisare che spesso chi ha risposto che ne ha bisogno per lavoro aggiunge anche il piacere come seconda motivazione, per cui, si potrebbe dire, che spesso i nostri studenti uniscono l’utile al dilettevole. Il 22% di studenti afferma di studiare l’italiano per desiderio o bisogno di conoscere un’altra lingua; e qui si trovano, ad esempio, gli studenti della Laurea in Traduzione dell’Universitat Jaume I che non hanno la possibilità di studiare l’italiano nella loro Facoltà; ma anche tutti quelli che nel loro percorso formativo hanno già imparato una o più lingue e ora sentono curiosità per l’italiano sia per simpatia sia per somiglianza con le nostre lingue sia per il desiderio di viaggiare in Italia. Un gruppo non meno importante è quello costituito dai giovani che hanno intenzione di chiedere una borsa Erasmus o Leonardo per l’Italia oppure di quelli che ne hanno già beneficiato e dopo il loro ritorno in Spagna vogliono approfondire lo studio della lingua. In relazione a quest’ultimo gruppo, abbiamo quelle persone che per motivi diversi (lavoro, famiglia...) hanno soggiornato in Italia o devono farlo in futuro. L’insegnamento dell’italiano presso le E.O.I. della Comunitat Valenciana è iniziato nei primi anni ’80, a Valencia ed Alicante e un po’ più tardi a Castellón. Da allora siamo in 24 le persone che insegniamo italiano a tempo pieno. La spinta decisiva si è prodotta nell’anno accademico 1997-1998 con la creazione dei dipartimenti d’italiano a Elx, Alzira e Gandia; due anni dopo a Quart de Poblet e Sagunto e, per ultimo, l’anno scorso a Benidorm. Non solo l’aumento del numero d’insegnanti, ma anche quello di studenti iscritti ad italiano negli ultimi anni dimostra il crescente interesse per lo studio di questa lingua. Al riguardo si deve dire che spesso il numero di studenti preiscritti supera quello degli studenti che si possono realmente iscrivere; vale a dire, la richiesta è molto superiore all’offerta di gruppi per mancanza di spazio, cioè di aule, nelle diverse scuole o perfino per mancanza d’insegnanti. Ormai tutti conosciamo la deficiente situazione dell’E.O.I. di Valencia, dove ogni anno vengono respinte migliaia di persone, benché a volte ci siano ancora posti liberi come conseguenza diretta d’una preiscrizione imposta dalla Conselleria per evitare le file davanti alla scuola. E certamente è da rivendicare una nuova scuola per la città di Gandia, visto che la condizione dei locali attuali motiva poco allo studio di qualsiasi lingua. A Quart de Poblet le nostre colleghe sono costrette ad accettare tanti iscritti al primo anno per poter avere una base più ampia. Così si trovano con più di 90 studenti per solo due gruppi di primo anno, perché il terzo gruppo, per ragioni di spazio e di orari, non viene loro concesso. E, per ultimo, merita un commento anche la nuova scuola di Benidorm, dove ci saranno problemi per far crescere qualsiasi lingua visto che condivide la sede con l’UNED e che le lezioni della mattina si svolgono presso il Conservatorio di Benidorm, a un paio di chilometri dalla sede centrale. Un altro aspetto da considerare è l’ introduzione del “Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue” dal prossimo anno accademico. Ciò significa che bisognerà adeguare gli attuali programmi di studio delle E.O.I. al nuovo modello europeo, che considera sei livelli comuni di riferimento e, di conseguenza, sarà necessario l’aggiornamento degli insegnanti. Finora gli insegnanti d’italiano hanno ricevuto uno scarso appoggio da parte dell’Amministrazione. Il nuovo sistema dovrebbe essere un’ottima occasione per porre rimedio a tale mancanza. Per concludere vorrei semplicemente dire che spero che la richiesta per studiare l’italiano continui ad aumentare e che si veda rispecchiata in una migliore offerta per i nostri studenti. Mi auguro perciò che venga riconosciuta l’importanza della padronanza della lingua italiana e del rigore del suo insegnamento ma, allo stesso tempo, mi piacerebbe che chi si avvicina allo studio di questa lingua lo facesse anche con il cuore. |
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